30 May 2016 - Milano Corso base - Target turistico
Casa sicura
I furti in abitazione sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni
(+127%)
Svaligiata una casa ogni due minuti. Fenomeno in forte crescita a Milano
(+229% tra il 2004 e il 2013), Firenze (+177%), Roma (+120%) e Bologna
(+104%)
Travel security.
La responsabilità legale dell'azienda nei confronti dei dipendenti all'estero
Chi si reca frequentemente all’estero, specie in aree caratterizzate da forti instabilità sociopolitiche, o chi vi risiede per lavoro è esposto a rischi tanto gravi quanto solitamente ignorati. Questa mancanza di conoscenza precisa dello scenario in cui si troverà ad operare, la sottovalutazione dei rischi e l’impreparazione a gestirli qualora di presentino, comporta con estrema frequenza conseguenze drammatiche.
Il Ministero degli Esteri raccomanda ai dipendenti italiani di "attenersi scrupolosamente alle norme di comportamento impartite dalle rispettive Società, direttamente responsabili dell’organizzazione di un’adeguata cornice di sicurezza per i propri lavoratori"
"I rapimenti dell'ultimo anno in Libia: si potevano evitare?" - Come
Sono stati liberati. Danilo Calonego e Bruno Cacace, i due dipendenti della Con.I.Cos. rapiti il 19 settembre scorso sono stati rilasciati dai loro rapitori. Sembra fossero nelle mani di una banda di criminali comuni intorno a Gath, dove erano stati sequestrati. Ad escludere che i rapitori fossero terroristi sarebbe la stessa testimonianza di Calonego, secondo cui gli uomini non pregavano e bevevano alcolici. Kidnap for ransom, insomma, in cui esiste però sempre il rischio di essere ceduti a gruppi terroristici, in grado di protrarre a lungo la prigionia in condizioni di sopravvivenza terribili e soprattutto con esito spesso tragico. Come tragica è stata la vicenda di Salvatore Failla e Fausto Piano, della Bonatti SpA, uccisi il 2 marzo scorso, dopo che erano stati rapiti assieme a due colleghi, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, poi liberati.
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Proteggere i dipendenti all'estero:
che cosa dice la legge
Kidnap for ransom: uno degli "incidenti" più gravi che possano capitare a un lavoratore all'estero. Il divieto che la legge italiana impone di pagare il riscatto per una persona rapita, ha contribuito a far sì che nel nostro Paese l'epoca dei rapimenti a scopo di estorsione abbia avuto fine. D'altra parte i riscatti pagati per i rapimenti di cittadini stranieri sono stati una delle maggiori fonti di finanziamento di Al Qaeda prima e dell'ISIS poi, dato che a pagare, secondo i terroristi, dovrebbero essere soggetti di elevata capacità economica: aziende se non addirittura governi.
La legge non solo vieta di pagare un riscatto. Ma anche di stipulare contratti di assicurazione a copertura del rischio sequestro.
Ma questo è solamente uno degli incidenti che possono capitare. Che cosa dicono le leggi italiane ed europee sulla sicurezza dei lavoratori all'estero?
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How four men survived as hostages of IS
"In his classic novel 1984, George Orwell writes about Room 101 - a torture chamber where you are subjected to your worst nightmare, the worst thing in the world, to break your resistance.
To survive any such place of profound pain is the greatest of gifts, a triumph of the human spirit. In our time, surviving brutal captivity at the hands of so-called Islamic State in Syria must certainly count as such a triumph.
When four former hostages came together this month for their first reunion since they were freed, at different times, two years ago, it was a celebration of friendship forged in the most threatening of circumstances, a remembrance of an agonising ordeal." Lyse Douchet, How four men survived as hostages of IS - pubblicato il 20 aprile 2016 su BBC News Magazine
Kidnap for Ransom: una storia emblematica
"Two weeks before Christmas, I was making my third trip to Niger as the United Nations Special Envoy. One Sunday, my colleague and I were returning to the capital, Niamey, in a UN vehicle when a truck passed us, slewed in front and forced us to a stop. Two AK47s were aimed at the face of our driver, and within the blink on an eye all three of us were torn from our seats and thrown into the back of their truck. The whole grab took perhaps 40 seconds.
Thus began our 56hour descent into hell, a 1,000 km offroad nightmare into the middle of the Sahara desert.
[espandi]
We had spent five days reaching their operations area deep in the desert, remained in the first “camp” for 56 days and then spent the final 68 days shuttling vast distances among 23 different camps. A camp, though, was simply a place in the sand where a thin tree might offer a little shade from the unrelenting sun. We were always held in the open: no buildings, tents, furniture, or toilets. There were venomous snakes and scorpions and wild dogs, hyenas, and a variety of biting insects, and awful food; but the greatest threat to our lives was so evidently from the twolegged monsters who held us. Indeed, there was hardly a moment when I didn’t anticipate it would end with my head being sawn off."
(www.telegraph.co.uk/news)
La testimonianza è tratta da "A season in Hell: My 130 Days in the Sahara with Al Qaeda" di Robert Fowler, diplomatico canadese, rapito nel dicembre 2008 dal MUJAO (Movimento per l’unicità e la Jihad in Africa Occidentale) uno dei gruppi armati islamisti alleati di AQIM (Al Qaida nel Magreb Islamico) e di Ansar Dine (Difensori dell’Islam) e vicino al Mokhtar Belmokhtar. ...read more